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Channel: La Lentezza » Mar d’Africa
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Giro di boa

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Vi ho già detto che ho iniziato un altro libro? e quando ciò accade, talvolta mi succede di tornare con la memoria a quello precedente, nella fattispecie l’ultimo che ho pubblicato (eccolo). Anzi, per desiderio di condivisione, ve ne posto qui l’incipit, per chi avesse voglia e tempo di leggerselo (scusate, non sono sicuro sia la versione definitiva, faccio confusione coi file, ma credo di si, in caso contrario perdonate i refusi e qualche frase sconnessa). Comunque, per quanto riguarda quello che sto scrivendo, credo di essere al giro di boa… credo, giacché non è facile capire quando questo traguardo sia stato veramente raggiunto. Pensieri angosciosi mi assalgono: riuscirò a completarne la prima stesura per quest’estate? Ahimè, temo di no. Per fortuna ho preso appunti, e, come ho già scritto in altro post, la cosa più importante, in questo momento, è proprio che riesca a fare tesoro di creatività rinate poiché presto le mie capacità astrattive saranno sostituite, e senza remissione di peccati, da rigorosi razionalismi. E che ho troppe cose da fare. C’è questo recital coi miei testi da mettere in scena (vi renderò edotti anche su questo, e a breve), forse anche un’altra cosa (non è certa, dunque mi astengo dal parlarvene) e poi sono impegnatissimo nell’attività che più mi aggrada: non far nulla, lasciarmi cullare dalla noia, farmi seppellire dall’ozio, con annessi e connessi. Come si fa a pensare di poter articolare pensieri di senso compiuto quando possiamo starcene a fumarci una sigarettina davanti ad un vertiginoso tramonto sul Mar d’Africa? dettagli e orizzonti56A proposito, ieri c’erano onde alte un paio di metri e sono stati avvistati proprio sotto costa tre squali. Roba da Oceano Pacifico; credetemi, una meraviglia che mi dispiace di non poter condividere con voi. Ma non voglio divagare e ritornando al nocciolo della questione, Sartre diceva che l’infelicità degli uomini sta tutta nel non sapersene stare dentro una stanza da soli senza far niente. Sottoscrivo. Comunque non pretendo che questa sia una condizione esistenziale assoluta, talvolta qualcosa si deve produrre, se non per i posteri, almeno per evitare precoci derive verso l’inebetimento. Occorre starsene col cervello all’erta, ma proprio per questo qualche volta bisogna lasciarlo in pace, non tormentarlo con necessità che tali non sono. Calma, bisogna stare calmi. “Dove s’arriva si mette punto”, recita un detto delle mie parti, non aulico ma efficace nella sua mostruosa sintetica semplicità. Ed io, almeno per il momento, ho proprio deciso di prendermela comoda: “Take it easy” a tutti, allora.


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